ABBASSO IL MULTITASKING!
A ognuno di noi piace sentirsi impegnato. Condizionati dalla “Sindrome dell’Eroe” che emerge da quasi tutti i film, se alla fine di ogni giorno arriviamo sfiniti e distrutti dalle mille incombenze che abbiamo risolto, allora sentiamo di aver dato un senso alla nostra esistenza. E ci sentiamo dei veri eroi.
Di sicuro ci sono delle giornate in cui è giusto sentirsi così, perché potremmo decidere di fare come fanno in molti: far finta di fare le cose e non farle… mentre noi coraggiosamente decidiamo di andare avanti nonostante la stanchezza o la frustrazione che proviamo in quel momento.
Questo comportamento alla lunga, però, ci porta a sovraccaricarci di incombenze e a provare un senso di colpa quando diciamo di no ad alcune attività. CI sentiamo emotivamente “obbligati” a dire di sì. E visto che la nostra giornata è fatta di 24 ore, l’unica soluzione che riusciamo ad adottare è fare più cose contemporaneamente. É il MULTITASKING.
Sulla base di oltre mezzo secolo di scienze cognitive e studi più recenti sul multitasking, sappiamo che il multitasking è decisamente inefficace.
Tra i ricercatori che hanno dimostrato un effetto negativo del multitasking c’è Sandra Bond Chapman, fondatrice del Center for Brain Health dell’Università di Dallas, che riporta tra i principali effetti del multitasking sul nostro cervello un significativo aumento dei livelli di stress. Il motivo è legato a come lavora il nostro cervello: sa far bene una cosa alla volta. Se i neuroni devono sorvegliare molte attività contemporaneamente, non riescono a spartirsi i compiti e li tengono tutti sotto controllo, distribuendo il proprio impegno dall’uno all’altro. Risultato: un superlavoro che produce stress, risultati modesti e imprecisi.
Un altro dato interessante è legato a quanto tempo ci serve per rifocalizzarci sull’attività che stavamo facendo quando veniamo interrotti (da una persona, una notifica, un messaggio, ecc.): si stima ci vogliano circa 23 minuti e 15 secondi. L'efficienza può diminuire fino al 40%. La memoria a lungo termine soffre e la creatività - un'abilità associata al tenere a mente associazioni multiple e meno comuni - è ridotta al minimo.
Ecco quindi 5 indicazioni utili per gestire al meglio il nostro multitasking!
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SFORZATI DI SVOLGERE UNA ATTIVITÁ ALLA VOLTA
Rimani in quella attività finché non l’hai terminata. Se senti che la tua attenzione e concentrazione inizia a diminuire, fai una piccola pausa. Perdurare nel proseguire anche se senti che non sei al massimo è molto controproducente. Meglio fare uno stop, ricaricare le energie e vedrai che appena ti rimetterai sull’attività ti sentirai produttivo ed energico. -
CREATI UNO SPAZIO “CHIUSO”
Ai "vecchi tempi" le persone che avevano bisogno della massima concentrazione “chiudevano la porta”. Puoi fare la stessa cosa anche ora. Disattiva tutte le notifiche e segnali sonori che potrebbero distogliere la tua attenzione e comunica a chi ti sta intorno che hai bisogno di un determinato spazio di tempo per svolgere la tua attività senza interruzioni. -
LIMITA LE INFORMAZIONI
Ammetti a te stesso che non tutte le informazioni sono utili. Considera quali informazioni meritano di interromperti e quali nuovi dati dovresti cercare. Quando esegui una ricerca su Google, chiediti se stai solo accedendo a link che confermano qualcosa in cui già credi o quelli che sfidano tali convinzioni. Allo stesso modo, seleziona i social network tra quelli che probabilmente confermeranno le tue scelte e quelli che potrebbero darti informazioni nuove e quindi aiutarti a prendere una decisione migliore. -
FAI ATTIVITÀ COGNITIVE DIVERSE
Non tutte le attività competono tra di loro. In ambito di psicologia sperimentale, il “Paradigma del doppio compito” consiste nel chiedere ai partecipanti dell’esperimento di svolgere due compiti simultaneamente: se la prestazione è inferiore a quella che si otterrebbe svolgendo uno solo di essi, significa che i due compiti interferiscono tra loro, e questo implica che essi “competono” per le stesse risorse all’interno del sistema cognitivo. Se invece i due compiti vengono svolti altrettanto bene, si deduce che fanno affidamento su risorse cognitive differenti. Per esempio, cantare una canzone e guidare l’automobile sono due attività che possono essere svolte contemporaneamente in modo efficace, mentre cantare una canzone e leggere un testo sono compiti che interferiscono tra loro perché usano le stesse risorse mentali. -
EVITA CON TUTTO TE STESSO LA SINDROME DELL’EROE
Quando tengo corsi o faccio coaching su questo argomento, questo è un punto fondamentale del percorso. Le nostre risorse (anche se molti testi motivazionali che trovi in libreria dicono il contrario) mentali, fisiche e cognitive sono limitate. Non è vero che siamo illimitati. E prima facciamo pace con questo concetto, prima impareremo ad usare in modo intelligente e strategico le nostre risorse. Se sei più produttivo alla mattina, inserisci le attività più complesse entro pranzo e il resto svolgilo dopo.
Se hai bisogno di una pausa, falla. Non ha senso esaurire costantemente le nostre risorse in virtù del sentirci degli “eroi”. Credo invece che siamo molto più eroi se riusciamo a vivere una vita equilibrata, con spazio per noi e i nostri cari, e in cui ci evolviamo continuamente.
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